Carcere di Spinazzola: l’UGL-Polizia Penitenziaria ne annuncia la chiusura
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Noi dell’UGL-Polizia Penitenziaria siamo abituati a metterci la faccia in ogni occasione, in quelle felici ed infelici.

Oggi non è una bella giornata, perché dopo mesi spesi per capire quali fossero i margini di possibile riapertura del dismesso carcere di Spinazzola, è stato messo il proverbiale sacco di mattoni al cadavere che non voleva affondare, monostante il parere positivo sulla riapertura del carcere di Spinazzola, formulato dall’ex Capo del DAP, Franco Ionta, il 25 ottobre 2011 e l’impegno formale assunto dal Governo Monti sull’odg 9/4909/13 presentato dall’on.le Benedetto FUCCI, il 14 febbraio 2012, nella seduta n.585.

Ma andiamo con ordine. Oggi il Provveditore Martone convoca le OO.SS. per discutere della «situazione degli

istituti penitenziari della regione Puglia. Apertura struttura penitenziaria di Spinazzola e ridefinizione pianta organica regionale», quindi più argomenti da trattare, ma tutti interrelati. Da subito abbiamo temuto (e lo abbiamo detto) che la convocazione fosse una “pezza a colori” da utilizzare per evitare la riapertura dell’Istituto di Spinazzola, addossandone la responsabilità ad altri, tanto da averci indotto qualche giorno fa a rifiutare il ruolo di “stampella sindacale”, funzionale a scaricare sulle OO.SS. responsabilità tutte da accertare.

La discussione durante la riunione si concentra in un primo momento sulla carenza di personale di Polizia Penitenziaria in Regione, anche in relazione al sovraffollamento della Regione, come argomento trasversale e ostativo alla riapertura del dismesso carcere di Spinazzola.

A questo punto si verifica il primo “colpo di scena”: viene offerta in comunicazione, su richiesta esplicita delle OO.SS., la nota della Direzione Generale del Personale del DAP che invita il Provveditorato a verificare le necessità organiche degli istituti pugliesi, anche in relazione alla riapertura di Spinazzola.

Rispetto a ciò, però, noi dell’UGL, siamo andati oltre, ponendo le seguenti questioni preliminari, convinti che il problema della carenza di personale fosse solo un argomento per sviare l’attenzione rispetto ai veri problemi:

1. esito del sopralluogo tecnico condotto dai tecnici del DAP;

2. riconsegna della struttura al demanio dello Stato;

3. costi effettivi della rifunzionalizzazione dell’Istituto, alla luce della sottrazione e destinazione ad altri istituti di tutti i beni mobili che consentivano il funzionamento del carcere di Spinazzola;

4. parere della ASL competente sulla possibilità di dotare l’istituto di una idonea sorveglianza sanitaria.

Il Provveditore, in un primo momento, riferisce di avere contezza dell’esito negativo del sopralluogo condotto dai tecnici del DAP.

Noi dell’UGL-Polizia Penitenziaria abbiamo chiesto di avere comunicazioni ufficiali e scritte a riguardo. E qui il secondo “colpo di scena”: il Provveditore, vista la nostra insistenza, esibisce una nota della Direzione Generale Beni e Servizi dalla quale emerge che:

1. il potenziamento della struttura che avrebbe potuto accogliere circa 100 detenuti è impossibile, poiché i conti fatti dall’Amministrazione Penitenziaria sono sbagliati, in quanto gli interventi tecnici da apportare alla struttura (docce, sale per attività tratta mentali, passeggi…) al massimo consentirebbero di avere una capienza tollerabile pari a poco più di 60 detenuti (per la precisione 54 detenuti e 14 semiliberi);

2. i costi di rifunzionalizzazione (cioè per ricomprare quello che c’era al carcere di Spinazzola e non c’è più), strettamente connessi alla chiusura avvenuta a luglio, sarebbero pari a 200.000/250.000 euro. Siamo rimasti allibiti!

Il fatto sconcertante è che le due comunicazioni provenienti dal Dipartimento sono datate 31 gennaio 2012 e 2 febbraio 2012, quindi ben prima dell’accoglimento dell’odg Fucci e della stessa informativa con la quale il Provveditore Martone ha convocato i sindacati per l’incontro di oggi per discutere della riapertura.

Peraltro, piacerebbe sapere perché il Provveditore Martone ha atteso che fossimo noi dell’UGL-Polizia Penitenziaria a chiedere dell’esito del sopralluogo, senza preoccuparsi di darne conto nella convocazione per l’incontro di oggi, come ha fatto invece per la meno rilevante nota della Direzione del personale sugli organici, inducendo le OO.SS. a concentrarsi sulla questione della carenza di personale.

Il tutto ha il sapore del deja-vù, del film già visto. Infatti, agli inizi di luglio del 2011 presso il Comune di Spinazzola, siamo stati costretti ad una discussione-farsa sul mantenimento in vita di un istituto la cui morte era stata decretata il mese prima! Oggi siamo stati chiamati a confrontarci sulla rianimazione di un istituto al quale nel frattempo sono stati spiantati gli organi!

Se nella prima occasione abbiamo concesso il beneficio del dubbio ad un’Amministrazione Regionale che si siede a discutere di cose già decise altrove, oggiquesto beneficio non può essere concesso, visto che già da venti giorni si sapeva che i giochi erano chiusi, e si invitavano le OO.SS. solo a certificare cose decise altrove sulle quali i sindacati non hanno competenza alcuna.

Per intenderci i sindacati non trasferiscono personale da un istituto all’altro, non adottano procedure di assunzione, non decidono la sorte di un istituto: questo potere è dell’Amministrazione e non per altro, il decreto di chiusura l’ha firmato il Ministro della Giustizia e non il segretario dell’UGL o di qualche altro sindacato!!!

Siamo sconcertati dalla palese confusione che regna nell’Amministrazione Penitenziaria, visto che una Direzione generale (quella del personale) chiede lumi sull’organico necessario per riaprire l’Istituto di Spinazzola e un’altra (quella dei beni e dei servizi) dice che non sussistono le condizioni per riaprire l’istituto, senza incappare in quella antieconomicità causa primigenia della chiusura.

La sensazione sgradevole avvertita da noi dell’UGL-Polizia Penitenziaria è stata quella la stessa che può provare il bue con l’anello al naso, portato in giro dal fattore: questo ruolo, però, non si addice ad un sindacato responsabile e restituiamo al mittente la metafora bucolica! Sarà l’Amministrazione Penitenziaria, non certo noi, a dover spiegare agli interlocutori politici che hanno visto funzionare Spinazzola e si sono battuti per la sua riapertura come sia stato possibile far funzionare il carcere di Spinazzola per sette anni alla luce delle innumerevoli disfunzioni strutturali evidenziate dai tecnici del Dipartimento!

In sintesi, solo oggi l’Amministrazione si accorge che mancavano, ad esempio, le docce in camera, i passeggi, i locali per le attività trattamentali? Se è inidoneo oggi, era inidoneo anche prima che fosse chiuso, o no? È lecito da parte sindacale nutrire il sospetto che la ridda di carenze strutturali denunciate correttamente dai tecnici del DAP ed ostative alla riapertura possa rappresentare il modo per mettere la sordina a tutta la vicenda, ed evitare così che possano emergere eventuali responsabilità di tipo politico, contabile e amministrativo, magari scomode all’approssimarsi delle competizioni elettorali amministrative e politiche?

Noi dell’UGL crediamo che porsi questo dubbio sia lecito e doveroso! È possibile che le stesse carenze strutturali segnalate dai tecnici del DAP a Spinazzola caratterizzino altri istituti pugliesi o italiani? Cosa accadrebbe se gli stessi tecnici adottassero il medesimo metro valutativo impiegato per decretare di fatto la chiusura di Spinazzola, magari visitando qualche istituto con caratteristiche simili a quello appena citato?

Se ciò dovesse accadere, crediamo che quella di oggi per qualcuno potrà diventare una giornata da dimenticare… Per quel che ci riguarda, almeno noi dell’UGL siamo sereni, convinti di esserci battuti sino in fondo, e non ci preoccupa il confronto con i nostri iscritti che hanno sperato e sperano tuttora che la vicenda possa risolversi in modo diverso.

Spiegheremo tutto ad essi in una assemblea sindacale che calendarizzeremo a breve, evidenziando come l’errore compiuto da tutti sia stato quello di non premere sul potenziamento dell’istituto quando fu chiesto tra il 2009 e il 2010. Un ultimo monito doveroso. Diffidate da chi intende addossare responsabilità ai sindacati su quanto accaduto: all’incontro sindacale di questa mattina abbiamo fatto solo la parte dei becchini che hanno provveduto a dare degna sepoltura al cadavere lasciato alla mercè dei corvi; il ruolo del carnefice non ci si addice e va ricercato altrove. Chi è convinto del contrario, potrà essere agevolmente smentito, chiedendo al Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria la registrazione integrale dell’incontro di oggi, poiché non si può liofilizzare un incontro-fiume inmezza pagina di verbale.

Qualcuno oggi ha assunto la posizione che fu di Brenno, capo dei Galli Senoni, che nel 390 A.C. sconfisse e occupò Roma, ivi pronunciando la fatidica frase “Vae victis” (guai ai vinti), per significare che le condizioni della “resa” sono state dettare sulla sola base del diritto del più forte, ed il più forte, oggi, non è stato né il politico, né il sindacalista…

Il segretario regionale aggiunto – Dott. Vincenzo Lamonaca


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