Un concerto che parla a tutti gli appassionati della musica e non solo del jazz. Danilo Rea è uno dei grandi pianisti jazz italiani, protagonista e leader di molte formazioni e gruppi che hanno fatto la storia della musica contemporanea negli ultimi decenni. Eppure, Danilo Rea non smette di stupire, in una delle sperimentazioni più riuscite del panorama musicale contemporaneo, il “Beatles in Jazz”. Il trio composto da Danilo Rea al piano, Ares Tavolazzi al contrabbasso ed Ellade Bandini alla batteria presenta un irresistibile tributo al mitico quartetto dei Beatles. Amici da molti anni, i tre musicisti sono una novità in formazione trio. Bandini e Rea si incontrano per la prima volta in sala di incisione per la registrazione di Rea per incidere un disco per Edoardo De Angelis, cantautore romano che in futuro avrebbe prodotto molti artisti, mentre Bandini e Tavolazzi sono amici da sempre, nonché conterranei, tutti e due ferraresi.Mina, Celentano,Guccini, Baglioni, De André, Zero, Conte, Dalla, Paoli: sono solo alcune delle loro straordinarie collaborazioni con il modo “melodico”, ma profonda è la loro diversità “jazzistica”. Le loro personali esperienze li rendono imprevedibili sul palco, speciali, disposti ad intraprendere qualsiasi strada mettendo tutta la loro esperienza al servizio della Musica. La loro unione è certamente ricca di fascino e il loro concerto un appuntamento originalissimo. Il trio potrebbe dare vita a nuove vie di compositive e di interpretazione del jazz italiano. In terzetto assieme a Ares Tavolazzi al contrabbasso e a Ellade Bandini alla batteria, rivisiteranno numerosi brani dei Beatles in una inedita chiave jazz. L’appuntamento, organizzato dall’Associazione Cultura e Musica G. Curci di Barletta, in collaborazione con la Direzione Artistica del Teatro Curci, è per domenica 11 marzo alle ore 18,30, presso il Teatro Comunale Curci, nell’ambito della 28.ma Stagione Concertistica.
Audace improvvisatore dalla spiccata sensibilità melodica, Danilo Rea è certamente uno dei pianisti che più ha segnato la scena jazz in Italia negli ultimi decenni. Nato a Vicenza nell’agosto del 1957, si è presto stabilito a Roma, dove condivide i primi anni di attività con il contrabbassista Enzo Pietropaoli e il batterista Roberto Gatto, vale a dire lo storico “Trio di Roma”. “Certamente – ricorda Rea – la nascita del Trio di Roma sancisce il mio ingresso nel mondo del jazz. Nei primi anni d’attività abbiamo avuto l’opportunità di collaborare con grandi musicisti della scena internazionale, Art Farmer a Steve Grossman, da Chet Baker a David Liebman, a Randy e Michael Brecker”. Contemporaneamente alla pratica jazzistica, Rea mostra interesse per la musica rock progressive di Emerson Lake & Palmer e degli Yes e ottiene il diploma in pianoforte classico presso il conservatorio di Santa Cecilia di Roma. Rea parteciperà con vigore e grande capacità a tutta la felice epopea musicale della capitale tra la fine degli anni ’70 e l’inizio del decennio successivo, città nella quale gravitano musicisti italiani e stranieri di passaggio. “La partecipazione ai progetti di Maurizio Giammarco per Lingomania – aggiunge Rea – o al fianco di grandi maestri quali il batterista Peter Erskine, che militava nei Weather Report, e il contrabbassista Marc Johnson , rappresentano tappe importanti per me”. Alla carriera di pianista jazz affianca considerevoli interventi con protagonisti di primo piano della musica leggera italiana, con Riccardo Cocciante, Claudio Baglioni, Fiorella Mannoia e soprattutto Mina. Considera l’incontro con Mina “un momento davvero particolare, molto formativo”. Fonda il Doctor 3 con Enzo Pietropaoli e Fabrizio Sferra, concentrando la propria estetica in una rivisitazione del repertorio jazz, rock e pop: una sintesi che colpisce pubblico e critica. Negli ultimi anni di attività raggiunge alte quote di maturità e perfezione, tanto che diventano sempre più frequenti i lunghi recital solitari al pianoforte.
Poliedrico e vibrante in ogni sua esecuzione, Ares Tavolazzi riesce a mantenere il suo timbro in qualsiasi situazione lo si veda coinvolto. Contrabbassista tosco-emiliano diplomato al Conservatorio di Ferrara, inizia ad occuparsi di musica a livello professionale già alla fine degli anni ‘60. Ma è dall’80 in poi, in seguito ad un soggiorno a New York e alla frequentazione di ambienti jazz, che inizia ad occuparsi definitivamente di improvvisazione. Nel corso della sua lunga carriera, ancora splendente, ha ricevuto numerosi riconoscimenti, come nel 1987 il premio come “Migliore musicista dell’anno” ed ha affiancato, nei loro concerti live, artisti italiani del calibro di Mina, Paolo Conte, Francesco Guccini, Eugenio Finardi, Enrico Pieranunzi. Attualmente collabora a diversi lavori teatrali, con la Fondazione Teatro di Pontedera, componendo e suonando dal vivo durante le rappresentazioni sceniche.
Ellade Bandini è considerato dalla comunità di batteristi italiani una pietra miliare che ha segnato il corso di tutta la ritmica nella musica leggera italiana degli ultimi trent’anni. Inizia la carriera di batterista suonando per la cantante Carmen Villani, nel gruppo beat Avengers (al basso Ares Tavolazzi). Diviene presto un turnista molto richiesto, suonando in alcuni 45 giri di successo di quegli anni, come “Io mi fermo qui” di Donatello o “Vendo casa” dei Dik Dik. Batterista simbolo per due generazioni, inizia dagli anni sessanta un lungo lavoro in sala di registrazione che lo vede fino ad oggi presente in oltre 500 dischi. Una parziale sintesi degli artisti coi quali ha lavorato: Lee Konitz, Marc Ribot, Franco D’Andrea, George Benson, Tony Scott, Terence Blanchard, Franco Cerri. Dischi e tour con: Celentano, Zucchero, Ramazzotti, Bennato, Vecchioni, Conte, Pagani, Concato, Venditti, Battiato, Capossela, De Andrè, De Sio, Guccini, Mina e molti altri.Un trio affascinante per una collaborazione che fonde esperienze e stili diversi e che regalerà al pubblico un concerto indimenticabile. Uno spettacolo che senza dubbio sarà suggestivo non solo per i fan dei Beatles e che sicuramente susciterà una certa curiosità nel riscoprire canzoni celebri trasformate in una nuova melodia.