BARLETTA. “MUSICARTE”, I CONCERTI A PALAZZO DELLA MARRA

barletta pubblico[1] Si è conclusa venerdì 31 luglio, nella splendida cornice dei Giardini del Palazzo della Marra , gremiti oltre l’inverosimile come già avvenuto per i concerti precedenti, che hanno messo in evidenza la necessità di fornire gli stessi di un numero almeno doppio di posti a sedere, la Rassegna “Musicarte”, Rassegna di 4 concerti, curati dal m° Francesco Monopoli, Direttore Artistico dell’Associazione Cultura e Musica “G. Curci”

FOTOGALLERY: http://www.bisceglie15giorni.com/galleria-foto/?album=1&gallery=30

che si sono svolti nel mese di luglio, ogni venerdì, perfettamente calati nella magia del paesaggio del sud offerto dagli innumerevoli dipinti della mostra Terra e Mare, Paesaggi del Sud da Giuseppe De Nittis a Giovanni Fattori curata dalla dott.ssa Emanuela Angiuli e organizzata dalla Pinacoteca “Giuseppe De Nittis” di Barletta in collaborazione con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo Da Vinci” di Milano, con una delicatezza e un coinvolgimento totale, che hanno creato un unicum con i colori, le pennellate, le suggestioni, le parole celate nelle opere dei maggiori paesaggisti del Centro e del Sud Italia come Giovanni Fattori, Giuseppe De Nittis, Vincenzo Cabianca, Filippo Palizzi, Francesco Paolo Michetti e Francesco Lojacono dei quali è stato possibile ammirare nei vari giorni la mostra.

Un connubio perfetto tra Musica e Pittura che si dipanato in vari intensi momenti fra le note di Beethoven, Schumann, Chopin, Curci, Bellini, Verdi e Liszt, icone di un romanticismo vissuto in tutte le sue varie sfaccettature, paesaggi ed immagini di un Meridione dove la suggestione della natura si congiunge alle problematiche sociali , dove è piacevole perdersi con lo sguardo nell’infinita distesa di una spiaggia ancora deserta , dove è interessante percorrere campi pieni di grano o solcati da immensi ulivi secolari e soffermarsi a guardare contadini o pescatori intenti al loro lavoro, dove la musica si è continuamente calata nei vari contesti cercando di amalgamare i vari momenti , sintetizzandoli e rendendoli immediatamente fruibili al pubblico che ha seguito con vera passione e attenzione tutti i concerti .

Successo pieno per il Duo Alessandro Cazzato e Vitantonio Caroli, violino e pianoforte, che ha visto la corte del Palazzo stracolma di pubblico, troppo piccola per accogliere tutti, con un concerto fatto di momenti di intenso virtuosismo e che ha proiettato tutti i presenti nella melodia del paesaggio primaverile e romantico di un Beethoven pieno di dolcezza e passione a cui si sono affiancati i virtuosismi romantici di Dvorak, Chopin e de Sarasate.

La rassegna è poi proseguita, nella nuova location dei Giardini, con l’Ensemble Lirico “G. Curci” : Giovanni Mazzone , tenore, Lucia De Bari , soprano e Ruggiero Morelli al pianoforte, tre solisti di grande esperienza , artisti di fama internazionale, poliedrici con una innata capacità di dialogare con il pubblico. Il Concerto, che ha riscosso un grandissimo successo, con vari bis , è stato un viaggio nel melodramma romantico, con chiarissimi riferimenti al paesaggio e all’amore , attraverso arie famose come “Cielo e Mar” di Ponchielli, , Donizetti, Bellini , Verdi, e con brani di grande intensità emotiva del grande Curci, brani in cui la scrittura vocale presenta indubbiamente elevate difficoltà tecniche , estrema velocità di articolazione oltre ad una spigliata e ironica verve interpretativa.

 

Il 24 luglio è stata poi la volta dei pianisti Maria Diviccaro, Raffaele Mansi e Giuseppe Cinquepalmi con “Paesaggi e Visioni dell’Ottocento Pianistico” con varie Sonate di Beethoven e le Novellette di Schumann, piccoli quadretti bucolici ed onirici propri del periodo romantico che hanno messo in evidenza come le grandi capacità di giovani musicisti che hanno però già alle spalle una grande esperienza musicale.

Ed è stato bello lasciarsi cullare dalla dolcezza delle note di “Des Abends” di Schumann , dolcissime immagini bucoliche che la pianista Maria Diviccaro ha saputo ricreare con una dolcezza e colore raramente riscontrabili, dolcezza che si è poi trasformata in passione accesa nella “Tempesta” di Beethoven resa nelle sue mille sfaccettature e implicazioni emotive.

Coinvolgente l’esecuzione del pianista Raffaele Mansi, pianista dalle mille qualità, che con la sonata “Les Adieux “ di Beethoven ha mostrato i vari lati di un Beethoven ricco di dolcezza e sensibilità, un cuore pieno di dolore che non trova pace anche quando una specie di cantabile lirico sembra acquietare tutto, fino a concludere il tutto con una superba esecuzione del terzo tempo, che con le sue sonorità ricorda a volte la sesta sinfonia, Pastorale, quando ritorna il sereno, ricreando perfettamente la descrizione dello stato d’animo di una persona che dapprima soffre e poi gioisce.

Conclusione affidata al giovanissimo Giuseppe Cinquepalmi, vincitore di numerosissimi Concorsi Internazionali, che dopo una impeccabile esecuzione della Sonata n. 3 di Beethoven fatta di momenti di tensione quasi tenebrosi che si sono poi conclusi con un piglio ironico e vivace, ha chiuso il concerto con un omaggio a Schumann, compositore di indiscusso prestigio, del quale ha saputo evidenziare e rendere tangibile il complesso rapporto tra conscio ed inconscio con sonorità affascinante ed efficaci chiudendo in maniera straordinaria il discorso dell’inizio dopo aver raffrontato due grandi autori romantici.

Hanno poi concluso la Rassegna “Musicarte” , venerdì 31 luglio, Emilia Prenna, Luca Dimiccoli e Vitantonio Caroli, tre pianisti, vincitori di numerosi concorsi nazionali ed internazionali che si sono esibiti come solisti e in formazioni cameristiche sia in Italia che all’estero.

Il concerto un omaggio al “L’Ottocento Romantico tra realtà e leggenda” con brani di Schumann, prototipo di artista romantico irrequieto e segnato dalla sua intricata interiorità, con opere pianistiche che si ispirano all’arte romantica tout court e alla libera divagazione in paesaggi immensi e popolati di personaggi irreali, brani di Franz Liszt che pur essendo proiettato verso ciò che è metafisico, non disdegna la genuinità e l’allegria dei suoni e delle movenze tipiche dei contadini quando festeggiano la mietitura sull’aia pur essendo sfiniti dal duro lavoro, per poi concludersi con la tecnica più straordinaria e virtuosistica di uno Chopin salottiero e estremamente appassionato nei suoi scherzi e studi più intensi e complicati.

“Mandar luce nel profondo del cuore umano – ecco il dovere dell’artista!”,sono parole di Schumann, ed è quello che la pianista Emilia Prenna, ha saputo ricreare nella sua performance, dapprima con una precisa e coinvolgente esecuzione di un Notturno di Chopin e poi con l’esecuzione della Sonata n. 1 Op. 11 di Schumann, sonata in cui il pensiero musicale , come un prisma di cristallo, si scompone nell’iridescenza di mille emozioni, rese impeccabilmente dalla pianista Prenna.

 

La seconda parte del concerto affidata al pianista Luca Dimiccoli, interprete veramente attento e partecipe, ha visto l’esecuzione della Ciaccona in Re minore di Bach – Busoni resa in maniera perfetta con l’ostinato all’inizio del brano, che poi si dipana in un romanticismo più sfrenato con ampie legature espressive , bell’esempio di virtuosismo che ha poi trovato il suo climax nella precisa esecuzione di uno studio Trascendentale di Liszt uno degli studi tecnicamente più difficili e musicalmente più riusciti, introdotto da due battute in cui le mani alternano una cascata di stretti accordi, il cui tema principale è un chiaro omaggio allo studio op. 10 n. 9 di Chopin, della stessa tonalità di fa minore. La difficoltà principale dello studio che consiste nell’instancabile attività della mano sinistra, ricca di veloci e complicati arpeggi che accompagnano il lirico tema della destra è stato eseguito con una notevole precisione da Luca Dimiccoli che ha poi concluso il brano con un crescendo di una intensità disperata e con pesanti accordi strappa applausi.

 

Il concerto si è poi concluso con il pianista Vitantonio Caroli , virtuoso dello strumento , che ha concluso in maniera impeccabile ed ineccepibile la serata , in un crescendo impetuoso, con l’esecuzione dello Scherzo Op. 39 n. 3, durante il quale ha saputo ricreare le immagini dapprima fosche e cupe , proprie del periodo romantico, rendendole quasi tangibili all’ascoltatore , attraverso un complesso quasi raro di qualità tecniche ed interpretative, fino a concludere con un corale quasi religioso che ha rischiarato la scena , ed ha poi concluso la serata con lo Studio Op. 10 n. 12 di Chopin, opera che richiede una bravura assoluta , ed una grande forza delle due mani . L’esecuzione è stata resa con una elasticità , una precisione dell’attacco e una padronanza dello strumento dalla quale il pubblico si è sentito coinvolto e sconvolto.

Richieste di bis e applausi a scena aperta hanno concluso questa bellissima esperienza.

Lascia un Commento