La drammatica vicenda legata al naufragio della nave Costa Concordia con i suoi numerosi risvolti, ha portato alla ribalta delle cronache giornalistiche il delicato lavoro che quotidianamente il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera è chiamato a svolgere, non solo per la sicurezza in mare ma anche per altri aspetti che attengono la vita e l’uso del mare per fini civili.
Complessivamente sono 11 mila gli uomini e le donne che prestano servizio in questo Corpo della Marina Militare, in strutture ed ambiti di vario tipo connessi in particolar modo alla navigazione commerciale e da diporto.
Di questi ambiti, riferiti in particolar modo alla realtà locale, in questo caso del porto di Trani ne abbiamo discusso con Mario Gadaleta, molfettese, Capo di 1^ classe, nocchiero di porto, che attualmente ha l’incarico di Comandante dell’Ufficio locale Marittimo di Trani.
Con il suo territorio marino e costiero da sorvegliare, grosso modo da Ponte Lama verso Bisceglie a la “spiaggia verde” verso Barletta, l’ULM di Trani, sovrintende alla marineria impegnata sia sui pescherecci sia di quella di tipo diportistico.
Dipendente attualmente dal Compartimento Marittimo di Molfetta, diretto dal Capitano di Fregata Alessandro Ducci, l’ULM di Trani, nel corso del 2012 sarà investito dalla modifica riguardante l’istituzione a Barletta di una apposita Capitaneria di Porto – che sarà competente per la sesta provincia pugliese e che sovrintenderà al tratto costiero e marino di Bisceglie, Trani, Barletta fino ad arrivare a Margherita di Savoia interessando così la foce del fiume Ofanto.
Ma nel frattempo Trani, in stretta collaborazione con le strutture territoriali deputate, in primis Molfetta e poi Barletta, svolge attività di supporto di ricerca e soccorso in mare (SAR), h.24, -solo due settimane fa un pescatore tranese venne tratto in salvo proprio dai marinai della Capitaneria di Porto-, sopraggiunti tempestivamente sul posto, dopo che questi era caduto in mare dalla sua imbarcazione.
Vi è poi l’aspetto riguardante la sicurezza della navigazione, con controlli ispettivi sistematici su tutto il naviglio nazionale mercantile, da pesca e da diporto, attività di Port State Control; quella della protezione dell’ambiente marino, di vigilanza sulla pesca marittima (con specifici controlli sull’intera filiera di pesca); l’amministrazione periferica delle funzioni statali in materia di formazione del personale marittimo, di iscrizione del naviglio mercantile e da pesca, di diporto nautico, di contenzioso per i reati marittimi depenalizzati. Non da ultimo di Polizia marittima (cioè polizia tecnico-amministrativa marittima), comprendente la disciplina della navigazione marittima e la regolamentazione di eventi che si svolgono negli spazi marittimi soggetti alla sovranità nazionale, il controllo del traffico marittimo, la manovra delle navi e la sicurezza nei porti, le inchieste sui sinistri marittimi, il controllo del demanio marittimo, i collaudi e le ispezioni periodiche di depositi costieri e di altri impianti pericolosi.
Un’attività quindi molto complessa e nevralgica, compiuta quotidianamente pur a fronte di comprensibili ristrettezze di bilancio e di conseguenti sacrifici, una situazione questa comune del resto ad altre similari istituzioni pubbliche, ma che non fanno certamente deflettere l’operato di questi uomini e donne, abituati a misurarsi con l’ambiente marino, che conoscendolo approfonditamente lo sanno ben rispettare.
“A Trani fanno capo ben 600 unità da diporto, tra le 400 appartenenti alla Lega Navale e le 400 della Darsena comunale – sottolinea il Comandante del porto Mario Gadaleta -; abbiamo poi circa 40 imbarcazioni operative, appartenenti alla flottiglia peschereccia, che vanno dalla tonnellata alle 100 tonnellate di stazza. Questa flottiglia opera prevalentemente per un 70% con la pesca a strascico mentre la rimanente con reti da posta e con “volanti”. Quest’ultime, per chi non lo sapesse sono delle imbarcazioni che operano esclusivamente nella pesca del pesce azzurro, circa 6 imbarcazioni a Trani, nel tratto di mare tra Giulianova, San Benedetto del Tronto e Civitanova Marche. A Trani sono anche presenti due unità per servizi speciali, il motopontone “Augustus” ed una per lavori subacquei. Grosso modo attorno al comparto pesca lavorano tra persone a bordo e a terra circa 150 unità. Vanno poi aggiunti gli incaricati ai due distributori di carburanti presenti in porto ed i due cantieri che operano per riparazioni di imbarcazioni da diporto mentre per i pescherecci è necessario rivolgersi a quelli più attrezzati di Molfetta. Vi sono poi i circa 40 addetti che lavorano con compiti di vigilanza, pulizia ed altro attorno alle imbarcazioni da diporto, un settore questo che si mantiene su sufficienti livelli, anche la crisi si sta facendo sentire. Annualmente gli interventi di soccorso di una certa importanza che ci vedono impegnati – prosegue il Comandante Gadaleta – con la nostra motovedetta M/V CP 539 sono circa una ventina. A questo dato va aggiunto il supporto che offriamo al servizio di soccorso h24 attivo presso il porto di Barletta che si avvale della M/V CP 845. La nostra attività qui su Trani comprende anche attività di ascolto che effettuiamo sul canale 16 -quello dell’emergenza- anche con l’ULM chiuso al pubblico, in quanto vi è personale presente all’interno della nostra struttura. Altra attività è quella di controllo della costa che effettuiamo con l’ausilio dell’autovettura di servizio. Si badi bene che non è solo nel periodo estivo che si concentra la nostra attività. Forse questa è maggiormente visibile, perché aumenta la fruibilità del mare da parte dei diportisti, ma la Capitaneria di Porto è costantemente vigile su tutto quanto riguarda le nostre competenze, sia d’inverno che d’estate. Oggi un aiuto ce lo fornisce l’elettronica e l’informatica. Sempre più, recependo la normativa europea, sono le imbarcazioni che si dotano di impianti di rilevazione AIS -specie quelli di maggior tonnellaggio- che ci permettono quindi di seguire le loro rotte attraverso i nostri monitor. Posso assicurare che da parte nostra vi è il massimo impegno nel far rispettare le norme di sicurezza e sull’obbligo di tenere nell’imbarcazione giubbetti di salvataggio, razzi di segnalazione e quant’altro. E’ questa un’attività che spesso ci può rendere agli occhi dei diportisti poco simpatici, ma credeteci, il mare va affrontato sempre con rispetto e cautela. Ne va dell’interesse di tutti. Solo così, rispettando norme e buon senso non possono accadere disgrazie e disavventure, che sono lì -quando purtroppo accadono- a dimostrarci come l’errore umano, più che la fatalità è la diretta conseguenza di tali ingiustificate superficialità e comportamenti approssimativi”.
Vincenzo Cassano