Proposti e richiesti alcuni accordi per attenuare la crisi in atto: dalla costituzione di un fondo per lo stoccaggio del 60% del prodotto invenduto; a nuove sinergie fra gli attori della filiera; sospenssione dell esposizioni bancarie e fiscali; accordi con la grande distribuzione per la promozione dei prodotti locali.
Documento sulla crisi del settore agricolo proposto a Bisceglie da Confagricoltura, Codiretti, Cia e le cooperative agricole olearie congiuntamente all’amministrazione comunale
Il settore agricolo sta vivendo una crisi dei prezzi alla produzione di enorme livello e che, forse, non conosce eguali nella storia di tutto il territorio nazionale. I prezzi dei principali prodotti primari per i quali il nostro paese vanta delle riconosciute eccellenze – grano, vino, olivo, uva da tavola solo per fare alcuni esempi – hanno e stanno toccando livelli risalenti a più di trent’anni precedenti.
La discesa dei prezzi, soprattutto negli ultimi cinque anni, è diventata continua ed irreversibile.
Alla discesa dei prezzi alla produzione non corrisponde, alla stessa maniera, la discesa dei prezzi al consumo: mentre negli ultimi due anni i prezzi medi di produzione dei prodotti agricoli sono scesi di oltre il 30% quelli al consumo sono rimasti invariati o, in alcuni casi, scesi di pochissimi punti percentuale.
Come ha dichiarato anche il presidente francese Sarkozy “e’ evidente che non vi è un’adeguata ripartizione del valore all’interno della filiera”: mentre per alcuni componenti della filiera si continuano ad abbassare gli utili per altri i margini crescono a danno di due categorie: gli imprenditori agricoli ed i consumatori, questi ultimi vittime anch’essi di prezzi che non calano coerentemente all’abbassamento dei prezzi del primario.
E’ un sistema che non può più reggere, è un sistema non trasparente, è un sistema che risente di troppi passaggi, in ultimo è un sistema in cui sono presenti troppi “speculatori” .
In tutti i comparti produttivi più del 50% del mercato è in mano alla grande distribuzione organizzata che è diventata molto potente ed in mano a pochi forti gruppi: che il cambiamento della distribuzione in mano alla GDO non abbia portato una devastazione alle filiere agricole?
Questo, in premessa prima di parlare di altri scontati ma mai risolti problemi:
l’assoluta inadeguatezza dei controlli sul prodotto finito posto in vendita e l’arrembaggio che puntualmente si scatena in entrata sui nostri porti. Negli anni è stato chiesto con forza di aumentare il livello di controlli con il risultato di vedere acuiti i controlli sulle piccole aziende e di aggravare, per le stesse, il livello di burocratizzazione. I controlli devono essere mirati agli scaffali delle vendite ed ai luoghi di approdo del prodotto internazionale;
la completa scomparsa di strumenti anticrisi che potessero ammorbidire l’effetto della discesa dei prezzi, come gli aiuti per lo stoccaggio. Allo stato gli aiuti per lo stoccaggio dell’olio di oliva si possono attivare solo quando il prezzo scende al di sotto di € 177,00 il q.le di olio di oliva: siamo al di sotto della soglia di impoverimento; l’inesistenza di strumenti per la promozione e per il sostegno all’esportazione.
In ultimo, ma non di minor conto, si continua a non dare il giusto peso alle problematiche derivanti dall’affossamento del settore agricolo. Questa problematica prima che essere un problema imprenditoriale è un problema sociale per il ruolo sociale che gli agricoltori svolgono nel continuare a produrre beni di consumo primario che altrimenti dovrebbero essere sistematicamente importati dai paesi terzi, per il ruolo che gli agricoltori svolgono nella tutela del paesaggio, per il ruolo che gli agricoltori svolgono nel presidiare il territorio rurale che altrimenti sarebbe alla mercè di chiunque anche di soggetti non propriamente apprezzabili.
Questi argomenti sono stati alla base di piani strutturali di riforma agricola che altri paesi stanno attuando (USA e Francia) fissando anche una soglia minima di prezzi al di sotto della quale non si può scendere.
Se si prende atto che l’agricoltura riveste anche un importante ruolo sociale, in una crisi di questo genere, bisognerebbe mobilitare tutti le forze sociali, tutti gli attori del territorio, compresi gli istituti bancari sui quali con forza è intervenuto lo stato per evitarne gravi problemi e che, invece, hanno ristretto l’accesso al credito alle imprese creando danni ad un settore che, più che mai in questo momento, avrebbe bisogno di ossigeno puro.
Si propone, congiuntamente a tutte le misure proposte sui vari tavoli istituzionali che si stanno occupando della crisi agricola, di intervenire su due livelli:
un primo ad effetto immediato per attenuare gli effetti dell’abbassamento dei prezzi, soprattutto per il settore olivicolo, e per aiutare il settore a superare il momento contingente attraverso:
a)la dotazione di un fondo per finanziare lo stoccaggio privato dell’olio di oliva in modo da eliminare almeno il 60% del prodotto dal “mercato dell’immediato”;
b)la sospensione di tutte le pendenze ricadenti sulle aziende agricole nei prossimi 12 mesi (cambiali agrarie, contributi previdenziali ecc);
c)che siano resi più flessibili strumenti per il miglioramento dei rapporti e delle sinergie sulle filiere. Uno fra tutti l’occasione riveniente dai bandi sui progetti integrati di filiera, previsti dal PSR 2007/2013 e proposti negli ultimi giorni dalla Regione Puglia. La logica che guida questi bandi ovvero la spinta verso una maggiore sinergia fra le filiere agricole è assolutamente condivisa: occorre rendere questo strumento maggiormente flessibile e più elastico per renderlo meglio attuabile per il mondo agricolo un secondo ad effetto prolungato nel tempo che ponga le basi per una ristrutturazione del settore agricolo attraverso:
a)l’approvazione di una legge di riforma del settore agricolo che preveda, fra le altre cose, anche interventi di tutela dei prezzi attraverso l’attivazione dei “prezzi minimi di riferimento per settore” (vedi target price degli USA) e l’inserimento di un consistente aiuto all’esportazione che possa aiutare gli imprenditori ad affacciarsi meglio al mercato internazionale;
b)la stesura di accordi con la grande distribuzione organizzata per il controllo dei prezzi al consumatore con l’istituzione di commissioni, all’interno della GDO, che abbiano fra i componenti i rappresentanti degli agricoltori e dei consumatori e che possano vigilare sull’immissione dei prezzi all’acquisto ed al consumo;
c)l’erogazione da parte degli istituti bancari di particolari e vantaggiosi prestiti agli imprenditori agricoli per riproporre liquidità nelle casse degli agricoltori ed attenuare il fenomeno della “vendita a qualsiasi prezzo” che sta drogando il settore.
Per quel che riguarda le azioni attuabili a livello comunale, premesso che l’incidenza sulle politiche agricole di un singolo comune è da considerarsi estremamente limitata, si è deciso, comunque di attivare delle iniziative a supporto del settore.
L’amministrazione comunale, del resto, ha puntato molto sul miglioramento delle politiche di approccio al settore primario investendo sulle capacità di innovazione di questo settore e sulle evoluzioni di un concetto di ruralità esteso che vede il mondo agricolo intraprendere un percorso di integrazione con i settori del turismo, dell’artigianato, del commercio e del sociale che ha visto la sua massima espressione nel Gal Ponte Lama del quale l’amministrazione stessa è stata fra i primi promotori.
Una visione politica prospettica, difficile in un momento socio-economico particolare, ma che punta su un’evoluzione che ha come minimo comune denominatore la crescita integrata del territorio.
Scevra da qualsiasi altro condizionamento e considerando i prodotti agricoli quale nucleo propulsore dell’economia locale, l’amministrazione comunale congiuntamente alle organizzazioni professionali agricole di Bisceglie ed alle cooperative agricole ha deciso di lanciare un’azione di promozione-denuncia sull’olio extra vergine di oliva e sullo stato delle cose che interessano questo mondo: con un contributo comunale e delle organizzazioni professionali agricole sarà posta in essere, a cavallo delle prossime feste, una particolare azione che prevede attivazione di presidi, sui punti strategici della nostro città, in cui sarà promosso il consumo dell’olio extra-vergine dei produttori di Bisceglie attraverso una vendita diretta ad un prezzo condiviso e prefissato e, congiuntamente, saranno informati i cittadini, sulle difficoltà del comparto, sulle problematiche e le speculazioni che attanagliano la filiera tentando, altresì, di fornire trasparenza sulla salubrità degli alimenti che troppo comunemente si acquistano.
Bisceglie 21 Novembre 2009
Comune di Bisceglie
Il Sindaco Avv. Francesco Spina On. Sergio Silvestris
Commissione Agricoltura Parlamento Europeo
Assessore all’ Agricoltura Vincenzo Di Pierro
Confagricoltura Bisceglie
Cia Bisceglie
Coldiretti Bisceglie
Oleificio Cooperativa Dolmen
Coopragricola Biscegliese