Convincono una connazionale a trasferirsi in Italia con la promessa di un lavoro onesto e sicuro, ma, a fatto compiuto, la costringono a prostituirsi, dietro minacce di morte, percependo interamente i ricavi dell’illecita attività e non esitando ad abusare di lei anche sessualmente. E’ quanto hanno accertato i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari che ieri hanno smantellato una banda composta da sei cittadini romeni, accusati – in concorso – di sfruttamento della prostituzione, riduzione in schiavitù e violenza sessuale.
Le indagini, avviate in seguito alla denuncia della vittima, appena 18enne, esasperata e stremata fisicamente, giunta in Italia da circa un mese, hanno permesso ai militari di ricostruire l’intera vicenda e di trarre in arresto i sei aguzzini, i quali, oltre a pianificare la giornata “lavorativa” della malcapitata, si facevano consegnare l’intero ricavo, non esitando ad abusare di lei sessualmente.
Convincono una connazionale a trasferirsi in Italia, con la promessa di un lavoro sicuro ed onesto ma, a fatto compiuto, la costringono a prostituirsi, dietro minacce di morte, percependo interamente i proventi dell’illecita attività e non esitando ad abusare di lei anche sessualmente. E’ quanto hanno accertato i Carabinieri della Compagnia di Andria, che ieri hanno smantellato una banda composta da sei cittadini romeni, con l’accusa di sfruttamento della prostituzione, riduzione in schiavitù e violenza sessuale. Si tratta di Lionel Dumitru, di 35 anni; Madalin Marian Iorga, di 20; Adrian Costinel Badea, di 25 e Gorge Miniai Radovici, di 29, sottoposti a fermo d’indiziato di delitto d’iniziativa della polizia giudiziaria nonchè del 30enne Alexandru Apostol e del 23enne Florinel Stan, nei confronti dei quali è stato invece eseguito un decreto di fermo d’indiziato di delitto emesso dal Pubblico Ministero dalla D.D.A. titolare dell’inchiesta.
Le indagini, avviate in seguito al racconto della vittima, in preda all’esasperazione e stremata fisicamente, hanno permesso ai Carabinieri di ricostruire l’intera vicenda.
La malcapitata, una rumena di appena 18anni, era giunta in Italia lo scorso mese di Luglio, convinta dal Dimitru, con la promessa di un lavoro sicuro e di una casa. Giunta ad Andria, però, la promessa è sfumata immediatamente perché il suo conoscente le rivelava il vero motivo per il quale era stata condotta in quel luogo: avrebbe dovuto prostituirsi. Al netto ed immediato rifiuto opposto dalla giovanissima straniera, il Dumitru la picchiava selvaggiamente, minacciandola di morte e prospettando analoga sorte anche ai suoi familiari rimasti in Romania.
Scossa e terrorizzata per quanto successo, la ragazzina, temendo per la propria incolumità e per quella dei propri familiari, si vedeva costretta ad accettare lo squallido patto, eseguito passo-passo sotto stretta sorveglianza del 35enne e di altri quattro connazionali, amici dell’aguzzino, dimoranti nella città federiciana, oltre ad un sesto complice, anch’egli romeno, residente però a Barletta.
Le indagini hanno permesso di svelare che il Dumitru induceva la ragazza a prostituirsi nell’abitazione che condivideva con lei, mentre i complici provvedevano a procacciarle clienti occasionali o ad accompagnarla lungo la ex ss. 98, o ancora ad organizzarle incontri in Barletta. Gli “incassi” dell’attività resa dalla malcapitata, pari a 50 euro a prestazione, venivano interamente divisi tra i componenti della banda, i quali, a fine giornata, non esitavano, a spogliarla dei propri vestiti nella convinzione che potesse nascondere altro denaro e per abusarne sessualmente.
Innanzi al chiaro e circostanziato racconto reso dalla vittima, i militari si sono messi sulle tracce degli aguzzini riuscendo, in meno di 48 ore, a rintracciare e catturare i sei responsabili. Le indagini sono state curate nei minimi particolari e con la massima riservatezza, valutato il rischio che, qualora si fosse trapelata la notizia della cattura di uno dei malfattori, gli altri componenti della banda si sarebbero sicuramente subito dileguati.
Nel corso dell’attività d’indagine sono stati sequestrati soldi, telefoni cellulari, due autovetture e la squallida abitazione ove la ragazza era costretta a subire gli abusi sessuali.
Ora, i sei stranieri sono rinchiusi nel carcere di Trani, a disposizione del G.I.P. presso il Tribunale di Bari che ieri mattina, condividendo appieno il lavoro svolto dagli investigatori, ha emesso altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere.