CASA DIVINA PROVVIDENZA: VA IN ONDA IL CAROSELLO DELLE IPOCRISIE
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L’opinione del Direttore

«Chi è senza peccato scagli la prima pietra!». Non c’è stato bisogno di scomodare i Vangeli per fotografare la realtà della Casa della Divina Provvidenza, alla luce del dibattito che si è sviluppato in seno al Consiglio Comunale del 28 febbraio scorso.

Ci sembra doveroso, prima di passare alla cronaca, premettere più che un’opinione, uno stato d’animo maturato in oltre quindici anni, durante i quali abiamo seguito da vicino le vicende dell’ex manicomio. Tre lustri durante i quali si sono avvicendate personalità più o meno influenti; pareri e prese di posizione politiche che hanno sbandierato la conquistata “Salvezza” dell’Opera Don Uva; sindacati (tutti) impegnati solo nel mantenere alto il numero di iscritti; una Dirigenza della Casa non molto avvezza alla trasparenza, sia nei comportamenti, sia nei rapporti con le Istituzioni (nazionali e locali). Insomma un circo sulla cui pista si alza il sipario a periodi alterni: ogni qualvolta, cioè, i dipendenti non percepiscono il salario, ottenuto il quale si  torna alla “normalità”, facendo passare sotto silenzio l’uscita di circa 600 dipendenti.

Oggi i dipendenti “candidati” alla disoccupazione sono circa 500: di fronte a questa prospettiva nessuno può affermare a cuor leggero “la politica deve restare fuori dalla CDP”. Una tale affermazione è ipocrita; può catturare qualche applauso, ma poi dopo gli applausi cosa resterà a questi lavoratori? Tutti, a Bisceglie ed in Puglia, sanno come si veniva assunti alla CDP: nessuno, oggi, può indire processi, nè verso il comportamento della Casa, nè verso altri lavoratori. O gli attori di questa infinita pantomima si decidono a gettare via la maschera, o non ci sarà un futuro per l’Opera Don Uva.

                                                                                                                                                                                                                                   Salvatore Valentino


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